Gli artisti vincitori del Premio Marche 2022
Collettiva d’arte contemporanea
Inaugurazione: sabato 9 settembre 2023 ore 17,30 dal 9 al 30 settembre 2023
Orari: dal mercoledì al sabato dalle 17,00 alle 19,30
La Collettiva d’arte degli Artisti Vincitori del Premio Marche 2022 è la mostra che inaugura la rinnovata stagione espositiva della Galleria d’Arte Puccini.
Gli autori, accomunati dalle origini territoriali regionali, presentano opere di poetiche e linguaggi anche tra loro differenti, ma legate da un trasversale codice espressivo dell’arte contemporanea, che sottolinea gli aspetti poetici, storici, tecnici e letterari più attuali dell’arte nelle Marche.
Di Renato Bertini, grafico ceramista e pittore, nell’ottica di una tanto seduttiva e coinvolgente variazione dei temi e degli stili, colpiscono la grazia e la levità. Richiamando a convegno sulle proprie superfici filamenti e piumaggi eterei, frutto di un processo di miscelazione e di contaminazione come di una ricercata alterazione della materia, Bertini tratta i suoi materiali conscio della consistenza quantomeno emozionale data loro dall’esperienza diretta dell’artista, come del loro rifrangersi.
La ricerca artistica di Marco Cingolani si basa sul concetto di “legame”: ogni opera diventa strumento di indagine e riflessione sui rapporti di unione, sulle relazioni ed i vincoli che coesistono tra gli elementi. Cingolani intende il suo lavoro come un unicum: ogni opera è la traccia concreta di un tentativo di riflessione e di scoperta, con una forte componente introversa ed introspettiva.
Alessandro Gagliardini, fotografo, utilizza un percorso che da una iniziale visione oggettiva passa ad una visione più intima e personale. La sua poetica si è formata studiando le Avanguardie europee e reinterpretandone la cultura in chiave contemporanea. Partito dallo studio sulla città ha cercato di definire la figura umana all’interno di architetture, in una pluralità di forme geometriche per la ricerca grafica ed estetica dei tagli e della composizione.
Le opere di Simone Massi sono tavole illustrate realizzate su carta con matite, gessi, carboncino, grafite, china e pastelli a olio, graffiati con puntesecche e altri strumenti d’incisione. I disegni sono sceneggiature per immagini, solitudini di uomini e animali che prendono vita dai primi piani intensamente drammatici agli scorci che dilatano spazi vuoti di campagne, di paesi con tagli netti di luci e ombre, in cui si esprimono la miseria e l’asprezza della fatica attraverso sguardi penetranti e solcati di durezza esistenziale.
Davide Monaldi, nonostante la sua giovane età, è un’artista che ha conquistato la critica e l’apprezzamento di un pubblico sempre più ampio. Ceramista autodidatta, dal 2010 inizia a produrre opere importanti affascinato sia dal potenziale sottovalutato di questa tecnica nell’ambito del contemporaneo, sia dalle possibilità che l’argilla offre in termini di modellazione e figurazione. L’esperienza plastica nella ceramica viene utilizzata dall’artista, dunque, in un modo nuovo, non canonico. Realizza sculture realistiche colorate e giocose che raccontano la propria vita, attraverso gli oggetti di uso quotidiano che lo circondano.
In Oscar Piattella, il noto artista marchigiano recentemente scomparso, la poesia offre la chiave per penetrare in microcosmi entro cui fioriscono le stelle. Dai suoi coraggiosi esordi sino alle ultime ricerche, che dialogano con gli “interminati spazi” ed i “sovrumani silenzi” dell’universo infinito, è un impensato slancio poetico, continuamente rinnovato alla radice, ad avvalorare e ad annodare i fili di una inquieta continuità creativa. Dal caos materico, prende corpo la pittura. D’altronde affiora nelle sue opere una perentorietà che le pone in stretto dialogo con i massimi sistemi. Da cui le prosodie, le cosmologie, e più concretamente quella folgorazione di Licini, che è modello per tanti altri e su cui tanti hanno riflettuto. C’è, nel magistero di Piattella, uno dei più autentici ed incondizionati esempi del nostro tempo, quello della maggiore altezza morale che ad un’artista si possa richiedere.
Emanuele Scorcelletti, francese di adozione di genitori italiani (suo padre era di Jesi), vanta una produzione artistica che ha affrontato vari ambiti, ma è noto principalmente per aver catturato il lato umano delle star del cinema e della moda. Scorcelletti ha sempre mantenuto con le Marche un profondo legame reso evidente in alcune serie di immagini permeate dalle emozioni e dai sentimenti verso i territori originari delle sue radici.
Dai suoi scatti fotografici si evince la grande capacità di cogliere con straordinario intuito attimi che racchiudono il senso del racconto. Un aspetto questo che unendosi all’intensità emotiva delle immagini, le carica di significati e riflessioni.
Andrea Silicati basa la sua produzione artistica su un sapiente studio del disegno, dal quale parte per indagare i diversi aspetti della realtà attraverso un’originale tecnica abbinata a un particolare fare pittorico. Il segno, capace di una sintesi quasi espressionista, prende vita con un’affascinante poetica del colore, da cui l’artista fa nascere personaggi dalla spiccata personalità, paesaggi fantastici e un’esplosione di nature morte con fiori immaginari. Tutto sembra essere contraddistinto da una delicata personalità pronta a cogliere l’animo delle cose con un occhio profondo e rispettoso. Interessante è anche la studiata ricerca che l’artista dedica alla selezione della carta e dei materiali sui quali va poi a dipingere, dai quali dipende l’armonica fluidità dell’opera.
Esito più alto della scorsa edizione regionale del Premio Marche la mostra offre la possibilità di seguire dappresso la ricerca artistica nella nostra regione mettendo in evidenza le emergenze più significative che contribuiscono a caratterizzare la fisionomia di questo territorio.
Le opere esposte indicano dunque uno scenario variegato delle arti visive nelle Marche e la mostra diventa una felice occasione per allenare e aggiornare la sensibilità grazie alla quale proteggere e sollecitare quelle tonalità affettive di un’attività artistica come espressione del tessuto socio-culturale del territorio, anche secondo un’aggiornata capacità di proposte tematiche nella pluralità delle valenze estetiche e poetiche interessate dal programma delle mostre in calendario presso la Galleria d’Arte Puccini.
Inaugurazione: sabato 9 settembre 2023 ore 17,30 dal 9 al 30 settembre 2023
Orari: dal mercoledì al sabato dalle 17,00 alle 19,30
La Collettiva d’arte degli Artisti Vincitori del Premio Marche 2022 è la mostra che inaugura la rinnovata stagione espositiva della Galleria d’Arte Puccini.
Gli autori, accomunati dalle origini territoriali regionali, presentano opere di poetiche e linguaggi anche tra loro differenti, ma legate da un trasversale codice espressivo dell’arte contemporanea, che sottolinea gli aspetti poetici, storici, tecnici e letterari più attuali dell’arte nelle Marche.
Di Renato Bertini, grafico ceramista e pittore, nell’ottica di una tanto seduttiva e coinvolgente variazione dei temi e degli stili, colpiscono la grazia e la levità. Richiamando a convegno sulle proprie superfici filamenti e piumaggi eterei, frutto di un processo di miscelazione e di contaminazione come di una ricercata alterazione della materia, Bertini tratta i suoi materiali conscio della consistenza quantomeno emozionale data loro dall’esperienza diretta dell’artista, come del loro rifrangersi.
La ricerca artistica di Marco Cingolani si basa sul concetto di “legame”: ogni opera diventa strumento di indagine e riflessione sui rapporti di unione, sulle relazioni ed i vincoli che coesistono tra gli elementi. Cingolani intende il suo lavoro come un unicum: ogni opera è la traccia concreta di un tentativo di riflessione e di scoperta, con una forte componente introversa ed introspettiva.
Alessandro Gagliardini, fotografo, utilizza un percorso che da una iniziale visione oggettiva passa ad una visione più intima e personale. La sua poetica si è formata studiando le Avanguardie europee e reinterpretandone la cultura in chiave contemporanea. Partito dallo studio sulla città ha cercato di definire la figura umana all’interno di architetture, in una pluralità di forme geometriche per la ricerca grafica ed estetica dei tagli e della composizione.
Le opere di Simone Massi sono tavole illustrate realizzate su carta con matite, gessi, carboncino, grafite, china e pastelli a olio, graffiati con puntesecche e altri strumenti d’incisione. I disegni sono sceneggiature per immagini, solitudini di uomini e animali che prendono vita dai primi piani intensamente drammatici agli scorci che dilatano spazi vuoti di campagne, di paesi con tagli netti di luci e ombre, in cui si esprimono la miseria e l’asprezza della fatica attraverso sguardi penetranti e solcati di durezza esistenziale.
Davide Monaldi, nonostante la sua giovane età, è un’artista che ha conquistato la critica e l’apprezzamento di un pubblico sempre più ampio. Ceramista autodidatta, dal 2010 inizia a produrre opere importanti affascinato sia dal potenziale sottovalutato di questa tecnica nell’ambito del contemporaneo, sia dalle possibilità che l’argilla offre in termini di modellazione e figurazione. L’esperienza plastica nella ceramica viene utilizzata dall’artista, dunque, in un modo nuovo, non canonico. Realizza sculture realistiche colorate e giocose che raccontano la propria vita, attraverso gli oggetti di uso quotidiano che lo circondano.
In Oscar Piattella, il noto artista marchigiano recentemente scomparso, la poesia offre la chiave per penetrare in microcosmi entro cui fioriscono le stelle. Dai suoi coraggiosi esordi sino alle ultime ricerche, che dialogano con gli “interminati spazi” ed i “sovrumani silenzi” dell’universo infinito, è un impensato slancio poetico, continuamente rinnovato alla radice, ad avvalorare e ad annodare i fili di una inquieta continuità creativa. Dal caos materico, prende corpo la pittura. D’altronde affiora nelle sue opere una perentorietà che le pone in stretto dialogo con i massimi sistemi. Da cui le prosodie, le cosmologie, e più concretamente quella folgorazione di Licini, che è modello per tanti altri e su cui tanti hanno riflettuto. C’è, nel magistero di Piattella, uno dei più autentici ed incondizionati esempi del nostro tempo, quello della maggiore altezza morale che ad un’artista si possa richiedere.
Emanuele Scorcelletti, francese di adozione di genitori italiani (suo padre era di Jesi), vanta una produzione artistica che ha affrontato vari ambiti, ma è noto principalmente per aver catturato il lato umano delle star del cinema e della moda. Scorcelletti ha sempre mantenuto con le Marche un profondo legame reso evidente in alcune serie di immagini permeate dalle emozioni e dai sentimenti verso i territori originari delle sue radici.
Dai suoi scatti fotografici si evince la grande capacità di cogliere con straordinario intuito attimi che racchiudono il senso del racconto. Un aspetto questo che unendosi all’intensità emotiva delle immagini, le carica di significati e riflessioni.
Andrea Silicati basa la sua produzione artistica su un sapiente studio del disegno, dal quale parte per indagare i diversi aspetti della realtà attraverso un’originale tecnica abbinata a un particolare fare pittorico. Il segno, capace di una sintesi quasi espressionista, prende vita con un’affascinante poetica del colore, da cui l’artista fa nascere personaggi dalla spiccata personalità, paesaggi fantastici e un’esplosione di nature morte con fiori immaginari. Tutto sembra essere contraddistinto da una delicata personalità pronta a cogliere l’animo delle cose con un occhio profondo e rispettoso. Interessante è anche la studiata ricerca che l’artista dedica alla selezione della carta e dei materiali sui quali va poi a dipingere, dai quali dipende l’armonica fluidità dell’opera.
Esito più alto della scorsa edizione regionale del Premio Marche la mostra offre la possibilità di seguire dappresso la ricerca artistica nella nostra regione mettendo in evidenza le emergenze più significative che contribuiscono a caratterizzare la fisionomia di questo territorio.
Le opere esposte indicano dunque uno scenario variegato delle arti visive nelle Marche e la mostra diventa una felice occasione per allenare e aggiornare la sensibilità grazie alla quale proteggere e sollecitare quelle tonalità affettive di un’attività artistica come espressione del tessuto socio-culturale del territorio, anche secondo un’aggiornata capacità di proposte tematiche nella pluralità delle valenze estetiche e poetiche interessate dal programma delle mostre in calendario presso la Galleria d’Arte Puccini.