La morte negata
Vito Sforza
testi in catalogo di Donatella Ferretti, Anthony Molino e Vito Sforza
Inaugurazione: sabato 18 maggio ore 17,30
Dal 18 maggio al 6 giugno 2024
Orario: dal mercoledì al sabato 17,00 – 19,30
Se la morte in passato è stata considerata come una componente naturale della vita, nella società contemporanea, attraverso le tecnologie e il progresso scientifico, si è modificata sostanzialmente la percezione della morte e, di conseguenza, la percezione della vita, con la trasformazione del concetto nella seconda metà del XIX secolo (quando al morente viene negata o nascosta la gravità della sua condizione), fino ai giorni nostri, quando la morte non assume più il valore di evento conclusivo naturale, ma è vissuta come momento terminale di una malattia, una specie di patologia inevitabile.
Nell’affrontare un tema così importante e costitutivo dell’esistenza umana, il progetto fotografico di Vito Sforza presentato in questa mostra cerca di evidenziare come è cambiato l’atteggiamento nei confronti del potere evocativo della morte, un tempo sempre presente nella vita individuale e collettiva.
Il lavoro si compone di due parti. La prima sequenza d’immagini (La Morte apparente), è realizzata con l’Intelligenza Artificiale e rappresenta simbolicamente la negazione della morte nella società contemporanea richiamando comportamenti molto diffusi nei Social attraverso i quali si comunica il decesso di un utente o se ne prolunga l’esistenza virtuale attraverso la condivisione delle loro immagini o di post che gli stessi avevano pubblicato in passato. In questo modo, la morte reale è negata dall’esperienza virtuale, quasi, appunto, una morte apparente. Sebbene possano sembrare fotografie scattate a persone vere, le opere di Sforza in realtà raffigurano volutamente soggetti che non esistono. Sono immagini costruite al computer e successivamente manipolate in modo tale da rappresentare metaforicamente ciò che la memoria del defunto può ricevere nel momento del passaggio: la scena finale che si prospetta alla sua vista. II suo ultimo “frame di vita” è l’immagine del fruitore, ovvero, di colui che guarda la foto.
La seconda parte (La morte e il tempo), si caratterizza per l’essenzialità degli scatti che, cercando di cogliere il significato del tempo e unire simbolicamente il prima e il dopo della vita, realizzano l’ipogeo di una contestualità. Le fotografie, realizzate in una teatralità scenica che cerca di raccontare il passato e il presente, descrivono l’iconografia di un ciclo che unisce il morente ai suoi congiunti nella sofferenza condivisa ma, contemporaneamente, lo separa da loro nel momento del trapasso. Qui, l‘elemento centrale di riflessione è il concetto di tempo che, quasi annullato dalla sempre più invasiva realtà virtuale, continua a scandire il prima e il dopo dell’esistenza umana, la vita e la morte. Un tempo rappresentato simbolicamente dal vuoto del colore nero che caratterizza il fondale di scena che avvolge tutti gli attori.
Sono opere che possono essere considerate citazioni dei due film del regista Ingmar Bergman: Il posto delle fragole (per quanto concerne le riflessioni sul tempo), e Il Settimo Sigillo (rispetto alle considerazioni sulla morte). Altra chiave di lettura del lavoro nel suo insieme può essere individuata nell’opera di Martin Heidegger Essere e Tempo in cui il tempo non è né il tempo oggettivo della scienza, né il tempo soggettivo della conoscenza, ma è la possibilità di scegliere di esistere nel mondo.
Il mezzo fotografico in Vito Sforza è dunque utilizzato per formulare un pensiero più ampio, che cerca di coniugare emotivamente la spiritualità simbolica del momento del trapasso con la coscienza della propria individualità, e suggerire riflessioni sul senso della vita.
Vito Sforza – Cerignola (FG), 1953
Nato a Cerignola, cresciuto ad Ancona, oggi residente a Grottammare (Ap), nell’esercizio della professione di architetto si interessa di sviluppo urbanistico ecocompatibile e cerca di intervenire sulle trasformazioni sociali, considerando non solo i fattori di socializzazione, ma anche le politiche economiche del territorio. La ricerca di materiali idonei alla salvaguardia dell’ambiente naturale e culturale lo porta ad indagare gli ambiti e i luoghi in cui si incontrano/scontrano le diverse istanze abitative, soprattutto a seguito dei processi migratori, dello sviluppo di nuove tecnologie e dei media digitali.
Membro di alcuni gruppi di ricerca, tra le sue pubblicazioni: Paesaggio Urbano e Processi Migratori, in D. Carzo (a cura di) “Spazi, tempi e linguaggi”, l’Harmattan Italia, Torino 2012; Immigrazione, Rapporti Sociali e Post-Modernità, in D. Carzo (a cura di), “Culture globali e Mediterranee”, Corisco Edizioni, Roma-Messina 2016; Nuovi linguaggi e nuove strategie. Consumo tecnologico e marketing dei competitor, in M. R. Bartolomei (a cura di), “La Realtà Manipolata”, L’Harmattan Italia, Torino 2020.
Collezionista d’arte contemporanea e appassionato amante della fotografia, i suoi scatti ripercorrono l’intensità degli eventi dagli anni Settanta fino ai giorni nostri. Un cammino caratterizzato sia da una attenta esplorazione dei mezzi espressivi legati alla professione, sia da una profonda analisi della propria linea interpretativa del mondo. Attraverso un vero e proprio “pensare per immagini”, ha realizzato un viaggio esistenziale che coniuga i tratti formali e compositivi delle immagini con le rivendicazioni scaturite dal poliedrico bagaglio simbolico dell’immaginario collettivo, affrontando problematiche attualissime come: i processi migratori, la violenza di genere e la progressiva digitalizzazione.
Ha partecipato a varie esposizioni collettive e personali in luoghi di prestigio nelle Marche e in Abruzzo, in Umbria e Sicilia.
MOSTRE PERSONALI
2012 agosto – “Le testimonianze sospese” (in occasione della manifestazione “Acquaviva nell’Arte”). Biblioteca comunale, Acquaviva (AP). 2016 agosto – “Teorema. Pensieri fotografici sulla postmodernità”, Fortezza di Civitella del Tronto. Presentazione di M. Pasqualone. 2016 novembre/dicembre – “Teorema. Pensieri fotografici sulla postmodernità”, Palazzina Azzurra, San Benedetto del Tronto (AP). Presentazione di M. Pasqualone. 2017 giugno – “Paesaggio Umano. Uguaglianze e disuguaglianze nell’era Globale”, Museo Barbella, Chieti. Presentazione di M. Rita Bartolomei. 2017 novembre/dicembre – “Paesaggio Umano. Uguaglianze e disuguaglianze nell’era Globale”, Palazzo Giovanti, Noto (SR). Presentazione di M. Rita Bartolomei. 2018 febbraio – “Paesaggio Umano. Uguaglianze e disuguaglianze nell’era Globale”, Bastione Sangallo, Loreto (AN). Presentazione di Daniela Simoni. 2018 agosto – “TIAMO. Riflessioni sul femminicidio”, Museo MIC, Grottammare (AP). Presentazione di M. Rita Bartolomei. 2019 novembre – “IOSONOFALSO. La realtà manipolata”, Palazzo Bisaccioni, Jesi. Presentazione di Alessandro Pertosa. 2022 aprile – “RI-TRATTO. Iconografia famigliare e identità sociale” Castello di Nocciano, Nocciano (PE). Presentazione di Antony Molino. 2023 giugno 2023 – “LA SOCIETÀ DELLA COMUNICAZIONE SENZA LIMITI”, Rocca di S. Apollinare, Perugia. Presentazione di Antony Molino.
MOSTRE COLLETTIVE
2016 luglio – Opera: Post-coscienza. Mostra: “Oltre l’Abruzzo: sguardi e visioni dalle Marche”, Palazzo Ducale, Torrevecchia Teatina (CH). Presentazione di M. Pasqualone. 2016 settembre – Opera: “1961” (opera dedicata a Pier Paolo Pasolini). Museo d’Arte Moderna V. Colonna, Pescara. “Mostra DestinazioneArte al Museo Colonna”. Presentazione di M. Pasqualone. 2016 novembre – Opera: La Gioiosa. Mostra fotografica: “Autoriscattiamoci”, Museo Aurum, Pescara. Presentazione di M. Pasqualone 2016 novembre – Opera: La Gioiosa. Museo Barbella, Chieti. Presentazione di M. Pasqualone. 2017 febbraio – Opera: Terra di confine. “Artisti Marchigiani a Chieti”, Museo Barbella, Chieti. Presentazione di M. Pasqualone. 2022 luglio – Opera: Involucro. “Jasci & Friends”, Galleria studio di Alessandro Jasci, Lanciano. Presentazione di A. Jasci. 2023 ottobre – Opera: La Società della Comunicazione Senza Limiti. Convegno “Vivere il Tempo”, Klass Hotel, Castelfidardo (An). Presentazione di M. Lampa. 2024 maggio – Opere: Memomultiplodise e L’Attesa, Magazzino Muse, Ancona.
In ambito socioculturale, svolge attività di volontariato in qualità di socio del Rotary Club HPR, de “I luoghi della scrittura” di San Benedetto del Tronto, dell’UNICEF (comitato di Ascoli Piceno) e di Antigone Marche.
Dal 18 maggio al 6 giugno 2024
Orario: dal mercoledì al sabato 17,00 – 19,30
Se la morte in passato è stata considerata come una componente naturale della vita, nella società contemporanea, attraverso le tecnologie e il progresso scientifico, si è modificata sostanzialmente la percezione della morte e, di conseguenza, la percezione della vita, con la trasformazione del concetto nella seconda metà del XIX secolo (quando al morente viene negata o nascosta la gravità della sua condizione), fino ai giorni nostri, quando la morte non assume più il valore di evento conclusivo naturale, ma è vissuta come momento terminale di una malattia, una specie di patologia inevitabile.
Nell’affrontare un tema così importante e costitutivo dell’esistenza umana, il progetto fotografico di Vito Sforza presentato in questa mostra cerca di evidenziare come è cambiato l’atteggiamento nei confronti del potere evocativo della morte, un tempo sempre presente nella vita individuale e collettiva.
Il lavoro si compone di due parti. La prima sequenza d’immagini (La Morte apparente), è realizzata con l’Intelligenza Artificiale e rappresenta simbolicamente la negazione della morte nella società contemporanea richiamando comportamenti molto diffusi nei Social attraverso i quali si comunica il decesso di un utente o se ne prolunga l’esistenza virtuale attraverso la condivisione delle loro immagini o di post che gli stessi avevano pubblicato in passato. In questo modo, la morte reale è negata dall’esperienza virtuale, quasi, appunto, una morte apparente. Sebbene possano sembrare fotografie scattate a persone vere, le opere di Sforza in realtà raffigurano volutamente soggetti che non esistono. Sono immagini costruite al computer e successivamente manipolate in modo tale da rappresentare metaforicamente ciò che la memoria del defunto può ricevere nel momento del passaggio: la scena finale che si prospetta alla sua vista. II suo ultimo “frame di vita” è l’immagine del fruitore, ovvero, di colui che guarda la foto.
La seconda parte (La morte e il tempo), si caratterizza per l’essenzialità degli scatti che, cercando di cogliere il significato del tempo e unire simbolicamente il prima e il dopo della vita, realizzano l’ipogeo di una contestualità. Le fotografie, realizzate in una teatralità scenica che cerca di raccontare il passato e il presente, descrivono l’iconografia di un ciclo che unisce il morente ai suoi congiunti nella sofferenza condivisa ma, contemporaneamente, lo separa da loro nel momento del trapasso. Qui, l‘elemento centrale di riflessione è il concetto di tempo che, quasi annullato dalla sempre più invasiva realtà virtuale, continua a scandire il prima e il dopo dell’esistenza umana, la vita e la morte. Un tempo rappresentato simbolicamente dal vuoto del colore nero che caratterizza il fondale di scena che avvolge tutti gli attori.
Sono opere che possono essere considerate citazioni dei due film del regista Ingmar Bergman: Il posto delle fragole (per quanto concerne le riflessioni sul tempo), e Il Settimo Sigillo (rispetto alle considerazioni sulla morte). Altra chiave di lettura del lavoro nel suo insieme può essere individuata nell’opera di Martin Heidegger Essere e Tempo in cui il tempo non è né il tempo oggettivo della scienza, né il tempo soggettivo della conoscenza, ma è la possibilità di scegliere di esistere nel mondo.
Il mezzo fotografico in Vito Sforza è dunque utilizzato per formulare un pensiero più ampio, che cerca di coniugare emotivamente la spiritualità simbolica del momento del trapasso con la coscienza della propria individualità, e suggerire riflessioni sul senso della vita.
Vito Sforza – Cerignola (FG), 1953
Nato a Cerignola, cresciuto ad Ancona, oggi residente a Grottammare (Ap), nell’esercizio della professione di architetto si interessa di sviluppo urbanistico ecocompatibile e cerca di intervenire sulle trasformazioni sociali, considerando non solo i fattori di socializzazione, ma anche le politiche economiche del territorio. La ricerca di materiali idonei alla salvaguardia dell’ambiente naturale e culturale lo porta ad indagare gli ambiti e i luoghi in cui si incontrano/scontrano le diverse istanze abitative, soprattutto a seguito dei processi migratori, dello sviluppo di nuove tecnologie e dei media digitali.
Membro di alcuni gruppi di ricerca, tra le sue pubblicazioni: Paesaggio Urbano e Processi Migratori, in D. Carzo (a cura di) “Spazi, tempi e linguaggi”, l’Harmattan Italia, Torino 2012; Immigrazione, Rapporti Sociali e Post-Modernità, in D. Carzo (a cura di), “Culture globali e Mediterranee”, Corisco Edizioni, Roma-Messina 2016; Nuovi linguaggi e nuove strategie. Consumo tecnologico e marketing dei competitor, in M. R. Bartolomei (a cura di), “La Realtà Manipolata”, L’Harmattan Italia, Torino 2020.
Collezionista d’arte contemporanea e appassionato amante della fotografia, i suoi scatti ripercorrono l’intensità degli eventi dagli anni Settanta fino ai giorni nostri. Un cammino caratterizzato sia da una attenta esplorazione dei mezzi espressivi legati alla professione, sia da una profonda analisi della propria linea interpretativa del mondo. Attraverso un vero e proprio “pensare per immagini”, ha realizzato un viaggio esistenziale che coniuga i tratti formali e compositivi delle immagini con le rivendicazioni scaturite dal poliedrico bagaglio simbolico dell’immaginario collettivo, affrontando problematiche attualissime come: i processi migratori, la violenza di genere e la progressiva digitalizzazione.
Ha partecipato a varie esposizioni collettive e personali in luoghi di prestigio nelle Marche e in Abruzzo, in Umbria e Sicilia.
MOSTRE PERSONALI
2012 agosto – “Le testimonianze sospese” (in occasione della manifestazione “Acquaviva nell’Arte”). Biblioteca comunale, Acquaviva (AP). 2016 agosto – “Teorema. Pensieri fotografici sulla postmodernità”, Fortezza di Civitella del Tronto. Presentazione di M. Pasqualone. 2016 novembre/dicembre – “Teorema. Pensieri fotografici sulla postmodernità”, Palazzina Azzurra, San Benedetto del Tronto (AP). Presentazione di M. Pasqualone. 2017 giugno – “Paesaggio Umano. Uguaglianze e disuguaglianze nell’era Globale”, Museo Barbella, Chieti. Presentazione di M. Rita Bartolomei. 2017 novembre/dicembre – “Paesaggio Umano. Uguaglianze e disuguaglianze nell’era Globale”, Palazzo Giovanti, Noto (SR). Presentazione di M. Rita Bartolomei. 2018 febbraio – “Paesaggio Umano. Uguaglianze e disuguaglianze nell’era Globale”, Bastione Sangallo, Loreto (AN). Presentazione di Daniela Simoni. 2018 agosto – “TIAMO. Riflessioni sul femminicidio”, Museo MIC, Grottammare (AP). Presentazione di M. Rita Bartolomei. 2019 novembre – “IOSONOFALSO. La realtà manipolata”, Palazzo Bisaccioni, Jesi. Presentazione di Alessandro Pertosa. 2022 aprile – “RI-TRATTO. Iconografia famigliare e identità sociale” Castello di Nocciano, Nocciano (PE). Presentazione di Antony Molino. 2023 giugno 2023 – “LA SOCIETÀ DELLA COMUNICAZIONE SENZA LIMITI”, Rocca di S. Apollinare, Perugia. Presentazione di Antony Molino.
MOSTRE COLLETTIVE
2016 luglio – Opera: Post-coscienza. Mostra: “Oltre l’Abruzzo: sguardi e visioni dalle Marche”, Palazzo Ducale, Torrevecchia Teatina (CH). Presentazione di M. Pasqualone. 2016 settembre – Opera: “1961” (opera dedicata a Pier Paolo Pasolini). Museo d’Arte Moderna V. Colonna, Pescara. “Mostra DestinazioneArte al Museo Colonna”. Presentazione di M. Pasqualone. 2016 novembre – Opera: La Gioiosa. Mostra fotografica: “Autoriscattiamoci”, Museo Aurum, Pescara. Presentazione di M. Pasqualone 2016 novembre – Opera: La Gioiosa. Museo Barbella, Chieti. Presentazione di M. Pasqualone. 2017 febbraio – Opera: Terra di confine. “Artisti Marchigiani a Chieti”, Museo Barbella, Chieti. Presentazione di M. Pasqualone. 2022 luglio – Opera: Involucro. “Jasci & Friends”, Galleria studio di Alessandro Jasci, Lanciano. Presentazione di A. Jasci. 2023 ottobre – Opera: La Società della Comunicazione Senza Limiti. Convegno “Vivere il Tempo”, Klass Hotel, Castelfidardo (An). Presentazione di M. Lampa. 2024 maggio – Opere: Memomultiplodise e L’Attesa, Magazzino Muse, Ancona.
In ambito socioculturale, svolge attività di volontariato in qualità di socio del Rotary Club HPR, de “I luoghi della scrittura” di San Benedetto del Tronto, dell’UNICEF (comitato di Ascoli Piceno) e di Antigone Marche.