Roma 70
A cura di Paolo Benvenuti
Con un testo critico di Federica Lazzarini
Inaugurazione: sabato 10 giugno 2023 ore 17,30
dal 10 giugno al 1 luglio 2023
Orari: dal mercoledì al sabato dalle 17,00 alle 19,30
In collaborazione con Associazione Culturale Marcantoni – Pedaso (Fm)
ROMA70 è una mostra che per ideazione di Palo Benvenuti, direttore della storica Galleria Puccini, Corso Matteotti, Ancona, si pone certamente in ideale continuità con le diverse esposizioni che hanno celebrato e ricostruito il clima, gli aneliti e gli aspetti peculiari di un decennio storico-artistico di straordinaria portata.
Se si applicasse all’arte una sorta di mentalità evoluzionista, per la quale la cosiddetta avanguardia storica si trovasse a coincidere con il concetto di “modernità” e che quindi, dopo di essa, sarebbe presumibile solo immaginarne un’altra ancora più estrema, o quantomeno posta in continuità in termini stilistici, si correrebbe il rischio di non conferire agli anni ’70 del Novecento l’opportuna decodifica.
Esulando quindi da ogni sorta di “darvinismo linguistico”, l’esposizione Roma70, (grazie alla collaborazione dell’Associazione Culturale Marcantoni di Pedaso), fa pervenire nella sede della galleria Puccini del capoluogo marchigiano le tredici opere grafiche che, richiamando già nell’accostamento non gerarchico scelto in sala quel disequilibrio e quelle dissonanze che edificano la singolare e polifonica grammatica di quegli anni romani, offrono una significativa panoramica degli artisti italiani e non che gravitano freneticamente intorno al polo culturale dell’Urbe.
Nessuna esposizione più di quelle realizzate intorno agli aspetti del decennio ’70, può essere messa in relazione allo spazio di galleria. Una situazione (verrebbe meglio da definirla una realtà), quella delle gallerie d’arte romane di quegli anni, che restituisce tutta la complessità, il coraggio espositivo e l’apertura del momento storico alle istanze artistiche americane, francesi, italiane e si fa accogliente bacino di ricerche svincolate e diversificate e talvolta di opere impermanenti, che forse per la prima volta scendono dalla parete e accadono. A fianco dalla nuova vicenda performativa tuttavia gli anni ’70 non temono i ritorni alla pittura e all’incisione, pratiche artistiche che conferiscono in questo momento profonda identità alla figura dell’artista. Ed ecco che anche oggi la Galleria d’Arte Puccini con la Galleria Marcantoni si fanno testimoni della voce di alcuni artisti che hanno alloggiato nei monumentali spazi di Sargentini, di De Martiis, di Liverani e che albergano ora ad Ancona con opere che si presentano al pubblico nella loro eterogeneità.
Accolgono il visitatore il lirismo acre e venato di pietà proprio di Vespignani; il richiamo ricercato al gruppo Forma1 nella composizione in bianco e nero di Piero D’Orazio, che catalizza ancor più lo sguardo sullo studio della superficie spaziale nel segnare la cifra del grande sperimentatore del linguaggio aniconico; il racconto segnico di Guido Strazza; la nuova forma di comunicazione repellente e aggrovigliata di Cy Twombly; le sperimentazioni grafiche del grande “greco dell’Arte povera” Jannis Kounnellis; le geometrie del Perilli; un’opera dell’impegnato pittore incisore Giuseppe Guerreschi; e poi Vettor Pisani, Giosetta Fioroni e le sue narrazioni emozionali; la semplice ed evocativa complessità del civitanovese Arnoldo Ciarrocchi; le evoluzioni grafiche di Emilio Greco e di Pericle Fazzini; e infine un tassello delle sperimentazioni di Giulio Turcato, che fa delle linee le energiche direttrici di un informale linguaggio.
dal 10 giugno al 1 luglio 2023
Orari: dal mercoledì al sabato dalle 17,00 alle 19,30
ROMA70 è una mostra che per ideazione di Palo Benvenuti, direttore della storica Galleria Puccini, Corso Matteotti, Ancona, si pone certamente in ideale continuità con le diverse esposizioni che hanno celebrato e ricostruito il clima, gli aneliti e gli aspetti peculiari di un decennio storico-artistico di straordinaria portata.
Se si applicasse all’arte una sorta di mentalità evoluzionista, per la quale la cosiddetta avanguardia storica si trovasse a coincidere con il concetto di “modernità” e che quindi, dopo di essa, sarebbe presumibile solo immaginarne un’altra ancora più estrema, o quantomeno posta in continuità in termini stilistici, si correrebbe il rischio di non conferire agli anni ’70 del Novecento l’opportuna decodifica.
Esulando quindi da ogni sorta di “darvinismo linguistico”, l’esposizione Roma70, (grazie alla collaborazione dell’Associazione Culturale Marcantoni di Pedaso), fa pervenire nella sede della galleria Puccini del capoluogo marchigiano le tredici opere grafiche che, richiamando già nell’accostamento non gerarchico scelto in sala quel disequilibrio e quelle dissonanze che edificano la singolare e polifonica grammatica di quegli anni romani, offrono una significativa panoramica degli artisti italiani e non che gravitano freneticamente intorno al polo culturale dell’Urbe.
Nessuna esposizione più di quelle realizzate intorno agli aspetti del decennio ’70, può essere messa in relazione allo spazio di galleria. Una situazione (verrebbe meglio da definirla una realtà), quella delle gallerie d’arte romane di quegli anni, che restituisce tutta la complessità, il coraggio espositivo e l’apertura del momento storico alle istanze artistiche americane, francesi, italiane e si fa accogliente bacino di ricerche svincolate e diversificate e talvolta di opere impermanenti, che forse per la prima volta scendono dalla parete e accadono. A fianco dalla nuova vicenda performativa tuttavia gli anni ’70 non temono i ritorni alla pittura e all’incisione, pratiche artistiche che conferiscono in questo momento profonda identità alla figura dell’artista. Ed ecco che anche oggi la Galleria d’Arte Puccini con la Galleria Marcantoni si fanno testimoni della voce di alcuni artisti che hanno alloggiato nei monumentali spazi di Sargentini, di De Martiis, di Liverani e che albergano ora ad Ancona con opere che si presentano al pubblico nella loro eterogeneità.
Accolgono il visitatore il lirismo acre e venato di pietà proprio di Vespignani; il richiamo ricercato al gruppo Forma1 nella composizione in bianco e nero di Piero D’Orazio, che catalizza ancor più lo sguardo sullo studio della superficie spaziale nel segnare la cifra del grande sperimentatore del linguaggio aniconico; il racconto segnico di Guido Strazza; la nuova forma di comunicazione repellente e aggrovigliata di Cy Twombly; le sperimentazioni grafiche del grande “greco dell’Arte povera” Jannis Kounnellis; le geometrie del Perilli; un’opera dell’impegnato pittore incisore Giuseppe Guerreschi; e poi Vettor Pisani, Giosetta Fioroni e le sue narrazioni emozionali; la semplice ed evocativa complessità del civitanovese Arnoldo Ciarrocchi; le evoluzioni grafiche di Emilio Greco e di Pericle Fazzini; e infine un tassello delle sperimentazioni di Giulio Turcato, che fa delle linee le energiche direttrici di un informale linguaggio.