Dalla collezione d’arte contemporanea Armando Ginesi

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A Cura Di Gabriele Bevilacqua Loretta Fabrizi

Galleria d’Arte Puccini , Via Matteotti 31/A – Ancona
Inaugurazione: sabato 11 novembre ore 17,30
Dall’11 novembre al 9 dicembre 2023
Orario: dal mercoledì al sabato 17,00 – 19,30

CART – Centro documentazione ARTe contemporanea, Palazzo Pergoli – Falconara M. (An)
Inaugurazione: venerdì 17 novembre ore 17,00
Dal 17 novembre 2023 al 13 gennaio 2024
Orario: martedì e giovedì 9,30 – 13,00 / 15,00 – 18,00 | mercoledì e venerdì 9,30 – 13,00 | sabato 9,30 – 13,00 / 18,00 – 19,30

La presente mostra rientra nel più ampio progetto espositivo, Aspetti dei linguaggi espressivi dell’arte contemporanea, relativo ad una serie di mostre che saranno allestite presso la Galleria d’Arte Puccini in Via Matteotti n.31/A, nel centro storico di Ancona, a partire da ottobre fino all’estate 2024.

Dopo la monografica dedicata a Gino De Dominicis nel venticinquennale della morte, la rassegna presenta ora una riflessione storico-critica delle differenti modalità espressive di artisti anche marchigiani protagonisti dell’arte italiana del secondo ‘900 nella lettura realizzata per il tramite di una pregiata, quanto particolare Collezione d’arte.

La mostra, che dal 17 novembre si snoderà anche presso il CART – Centro documentazione ARTe contemporanea di Palazzo Pergoli – Falconara M. (An), propone un’essenziale, ma significativo spaccato della grande collezione d’opere d’arte contemporanea di Armando Ginesi, costituita nel corso del tempo anche relativamente alla sua opera di storico e critico d’arte. In questo contesto le opere testimoniano un significativo percorso di lettura del ventaglio dei linguaggi espressivi dell’arte contemporanea, tali da costituire un vero e proprio testo visivo di storia dell’arte.

Le opere esposte in questa mostra, secondo un taglio critico volto anche a valorizzare la figura del grande teorico jesino, vengono a configurarsi come un vero e proprio “dono” di pregiato valore alla fruizione del pubblico, con il quale si vuole determinare un approccio anche didattico e didascalico di indubbio valore culturale, che può condurre in maniera discreta, ma corretta, al sostegno di una esperienza visiva di alta qualità artistica.

“Dal prezioso repertorio di Cinquant’anni attorno all’arte. Dalla A alla Z, libro di memorie che riassume una lunga serie di personaggi, luoghi, episodi, aneddoti che hanno costellato l’esistenza e la carriera di studioso di Ginesi, si possono ricavare alcune tappe salienti che nel tempo hanno determinato l’acquisizione di opere e la costituzione di una raccolta che fa di Casa Ginesi a San Marcello una vera e propria casa museo.” [Loretta Fabrizi, dal catalogo della mostra].

“Quella di Ginesi è una raccolta, soprattutto di dipinti, messa insieme a partire dagli anni Sessanta sulla base di donazioni di artisti con i quali il critico condivideva una lunga, sincera e intensa amicizia…

Siamo dunque lontani dal collezionismo per acquisizioni, speculativo e vicini invece al collezionismo di chi intende confermare una propria visione del mondo (come Eduard Fuchs di Walter Benjamin), oppure,

soprattutto, di chi intende manifestare un proprio peculiare modo di intendere l’arte, come Christian Boros (“cerco e acquisto l’arte che mi irrita”) o François Pinault (l’opera d’arte in funzione del pensiero critico)…

Se all’origine della raccolta c’è il ricevere, il dono rende ogni singola opera, dipinto, stampa o scultura che sia, un simulacro particolare di affetti affini, di sentimenti di stima e gratitudine reciproca…

Inoltre, la raccolta per donazioni presenta sempre un carattere legato alla circostanza. Non c’è una stella che guida il processo di accumulo. Non c’è un criterio organizzativo razionalistico, cronologico-lineare e di specializzazione categoriale. Più che della mente, la raccolta domestica è luogo di immaginazione e sensazione (‘ascoltare con gli occhi’, direbbe M. Nannucci). Non si indaga la collocazione storica di ogni singola opera; piuttosto si cerca in essa il ‘cosa mi ricorda’, quale memoria vi sta dietro. Non a caso, in casa Ginesi i dipinti non presentano, anche quando manca la firma dell’autore o trattasi di uno pressoché sconosciuto, alcun riferimento didascalico.” [Gabriele Bevilacqua, dal catalogo della mostra]

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